Marco Fulvio Barozzi
Giovanni Keplero aveva un gatto nero
Questa raccolta in versi è la dimostrazione che si può sorridere anche con la scienza. Le forme sono tipicamente inglesi: il limerick e il clerihew. Non si tratta di anglofilia a oltranza: il fatto è che manca in Italia una tradizione nel settore, con la sola eccezione della celebre quanto isolata Chimica in versi di Alberto Cavaliere. In ogni poesiola, il lettore può giocare a riconoscere il rigore che l’argomento richiede oppure può abbandonarsi al divertimento di situazioni surreali, giochi di parole…
O, meglio ancora, può fare entrambe le cose.
Insegnanti di ogni ordine e grado, studenti degli ultimi anni, professori e studenti universitari, ricercatori, giornalisti e “divulgatori” scientifici, professionisti o dilettanti. Li accomuna la curiosità per la fisica e per la matematica (e per la scienza in generale) che hanno studiato almeno fino agli ultimi anni delle superiori.
Il libro nasce sul web con il blog Popinga che si occupa di rapporti tra scienza e letteratura, ma anche di letteratura potenziale, di folli letterari, di poeti inesistenti e di parole inventate.
Quarta di copertina
Marco Fulvio Barozzi insegna davanti a una platea disattenta quando non intimamente ostile e si consola con la letteratura: saggi, racconti e poesie.
Con i suoi limerick ha vinto nel 2009 il primo Concorso Nazionale di poesia scientifica organizzato dall’UAAR di Venezia in occasione del Darwin Day.