David J. Helfand

Manuale di sopravvivenza nell’era della disinformazione

24,00

Collane: , ISBN: 979-12-80068-17-0 Pubblicazione: maggio 2022Formato:14 × 21 cm Numero pagine: 424 Tags: , , , ,

David J. Helfand

Manuale di sopravvivenza nell’era della disinformazione

Viviamo nell’era dell’informazione, con miliardi di dati che continuamente stimolano il nostro cervello dallo schermo del pc o da quello dello smartphone. Come distinguere informazione, disinformazione e misinformazione? Browser, social e motori di ricerca non sono in grado di farlo, e così una valanga di disinformazione inquina il discorso pubblico necessario ad affrontare i complessi problemi sociali che abbiamo davanti: il cambiamento climatico, la crisi alimentare e idrica, il collasso della biodiversità e le minacce emergenti per la salute pubblica, a cominciare dal covid. Questo libro è un vaccino contro l’epidemia della disinformazione, un vaccino che stimola i nostri anticorpi educandoci – per il tramite delle riflessioni di uno scienziato di successo – alle abitudini mentali necessarie a non cadere nelle trappole della disinformazione.

Il Manuale di sopravvivenza nell’era della disinformazione ci fornisce strumenti essenziali, contrastando la paura dei numeri, demistificando i grafici, chiarendo i concetti chiave della probabilità, e incentivando l’uso preciso del linguaggio e della logica. David J. Helfand, uno dei principali astronomi ed educatori scientifici statunitensi, ha insegnato abitudini scientifiche della mente a generazioni di studenti, in una provocatoria battaglia contro il pensiero sciatto e l’invasione della disinformazione.

Quarta di copertina

David J. Helfand, astronomo, è stato il direttore del Dipartimento di Astronomia e del Laboratorio di Astrofisica della Columbia University (New York, USA). È stato visiting scientist al Danish Space Research Institute e all’Università di Cambridge e presidente dell’American Astronomical Society. Ha pubblicato su importanti riviste scientifiche quali Nature e Physics Today. I suoi articoli sono apparsi sui più rilevanti giornali americani quali Washington Post e New York Times.

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